giovedì 20 gennaio 2011

Profezie Post Coitum

Mentre ancora è in corso il “puttanaio” generosamente offertoci dal re di tutti i bagaglini, da mesi i più accorti si interrogano su quel che verrà dopo. Non serve essere politologi per divinare il mondo che verrà: quel mondo è già qui e lavora di brutto, lieto che i media puntino i fari altrove. Chi aveva pensato che l’idea di epurare certi libri e certi autori dalle biblioteche pubbliche venuta all’assessore provinciale di Venezia Speranzon fosse la solita sparata pidiellina della domenica si deve ricredere: non solo è tutto vero, ma è molto peggio di come sembra.
L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, non solo si dice d’accordo, ma rincara la dose: «Nei prossimi giorni invierò a tutti gli istituti superiori del Veneto una lettera in cui esorterò insegnanti e bibliotecari a non diffondere tra i ragazzi i libri di questi autori. Sono diseducativi ». Alla signora Donazzan non importa nulla delle accuse di censura: «La chiamassero come vogliono. Di sicuro è una censura morale. Nessun obbligo, beninteso, ma un indirizzo politico: voglio evitare che i ragazzi vengano a contatto con le idee di chi difende a spada tratta un furfante, un delinquente, un assassino conclamato». Quello che sta avvenendo dà ragione alla riflessione di Massimo Carlotto su Carmilla, che consiglio caldamente di leggere.
Non inganni la favola politichese della questione dell’appello a Battisti: tra gli autori – come documenta bene qui Loredana Lipperini – ci sono anche Roberto Saviano e Marco Paolini, che con quell’appello non c’entrano proprio nulla. In queste ore si susseguono le segnalazioni dei bibliotecari che hanno ricevuto più o meno formalmente l’invito a togliere determinati autori dagli scaffali.
Non sono casi isolati. Forse qualcuno ricorderà le biblioteche di San Donà di Piave e di Sassuolo costrette dalle rispettive amministrazioni leghiste a cancellare gli abbonamenti ai giornali di posizione politica diversa. Era solo un anno e mezzo fa. Magari nemmeno avrete saputo della denuncia in cui è incorsa la biblioteca di Genova per aver organizzato un laboratorio di scrittura adulti/bambini intitolato“Due regine, due re”. C'è un potere che ha deciso che le attività sgradite, i quotidiani sgraditi, ora i libri e persino le persone sgradite a chi comanda devono scomparire dai luoghi pubblici di cultura e formazione. Quello che si sta cercando di fare è censurare le voci critiche, con qualunque motivazione si presti a giustificarlo.
Cosa dobbiamo aspettare ancora per cominciare a staccare più gente possibile dalla lettura dei verbali delle prostitute e dei cortigiani di Berlusconi, e dirgli che sta succedendo questo? Il coitum sembrerà pure molto interessante, ma il post coitum non ha l’aria di una sigaretta fumata in relax. I media italiani aspetteranno come al solito che lo scandalo arrivi ai giornali internazionali, prima di fargli eco a rimorchio in patria? A parte Repubblica e l'Unità che se ne sono occupati e hanno dato spazio alle proteste, nessun altro ha ritenuto di spostare l'attenzione della cronaca dalle vicende del satiro di Arcore.
Tutte le iniziative, le testimonianze e i contributi sulla questione della censura in atto saranno graditissimi.
Non finisce qui.
Di Michela Murgia

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