venerdì 28 gennaio 2011

Visioni per il fine settimana

Venerdì : consigli per il fine settimana.
Cinema, film, musica.

Cinema : 
TITOLO   : Parto COL FOLLE
GENERE : Commedia
INDIZI    : Regista e co-protagonista sono gli stessi di "Una notte da leoni". 


                                               




Visioni domestiche :
TITOLO    : VENDICAMI
GENERE  : Drammatico
INDIZI     : Vendetta Vendetta Vendetta

                                 




Musica 
TITOLO   : FEVER
ARTISTA : The Cramps 
INDIZI    : Tratto dalla colonna sonora di "Una notte da leoni"

                               

                          


Buon Fine Settimana.
PACE.
Dj Muretto

giovedì 27 gennaio 2011

La Paura


I Romani liberi, popolo al quale noi non rassomigliamo in nulla, come sagaci conoscitori del cuore dell'uomo, eressero un tempio alla Paura; e, creatala Dea, le assegnavano sacerdoti, e le sacrificavano vittime.
Il nostro Parlamento a me pare una viva immagine di questo culto antico, benché per tutt'altro fine instituito.
Il tempio è il Parlamento;
Il capo del governo n'è l'idolo;
Gli onorevoli ne sono i sacerdoti;
La Nostra Libertà, gli onesti costumi, il retto pensare, la virtù, l'onore vero, e il popolo; sono le vittime che ad essa si immolano.
Io distinguo la paura in due specie : la paura dell'oppresso, e la paura dell'oppressore.
Teme l'oppresso, perché oltre quello che egli soffre, sa benissimo non esservi altro limite ai suoi patimenti che l'assoluta volontà e l'arbitrario capriccio dell'oppressore.
Da un così incalzante e smisurato timore ne dovrebbe pur nascere una disperata risoluzione di non voler più soffrire: e questa, appena verrebbe a crearsi in tutti noi immediatamente avrebbe fine.
Eppure, al contrario, nell'uomo oppresso, dal continuo ed eccessivo temere nasce la cieca obbedienza, il rispetto e la sottomissione alla tirannide.
La paura dell’oppressore è che l’oppresso prenda coscienza della sua condizione. Quindi egli colto da questo spaventoso timore tende a promulgare leggi che delegittimo sul nascere ogni tentativo di associazione volta a criticare il potere. L’oppressore è smanioso di voler controllare tutto ciò che può anche solo minimamente scalfire o indebolire il suo potere.
Il timore e il sospetto, indivisibili compagni di ogni forza illegittima offuscano talmente l'intelletto del tiranno anche mite per indole, che egli ne diviene per forza crudele, e pronto sempre ad offendere, e a prevenire gli effetti dell'altrui odio meritato e sentito.
Ammessa questa reciproca innegabile paura, esaminiamo quei pochi uomini, a cui la robustezza delle fibre, e una miglior educazione, e una certa elevazione d'animo e in fine una minor dipendenza, dovrebbero far conoscere a noi la verità : gli oppositori o quello che nel moderno bipolarismo italiano sono soliti chiamarsi “opposizione”.
Questi vedono ogni giorno nel governo il coltivatore della tirannide.
Vedono il popolo sempre più povero mentre il governo e la sua “corte” divengono ogni giorno più ricchi e scostumati.
Vedono inoltre, la giustizia venduta, la virtù dispregiata, i delatori onorati, la povertà ascritta a delitto, le cariche e gli onori rapiti dal vizio sfacciato, la verità severamente proscritta, gli averi la vita l'onore di tutti nella mano di un solo; e vedono essere incapace di tutto quel solo, e lasciare egli poi il diritto di arbitrariamente disporne ad altri pochi, non meno incapaci, e più tristi: tutto ciò vedono palpabilmente ogni giorno quei pochi enti pensanti, ma  sommessamente sospirando, TACCIONO. Ma, perché tacciono? Per sola paura?
Si affaticano tutti i giorni per dimostrarci, che essi sono diversi da quegli altri; ma nessuno ci insegna in qual modo si possano cambiare le circostanze, né fino a qual punto questa diversità sia reale e misurabile nei fatti.
Costoro, vedono e conoscono i vizi, i principi distruttivi, le ingiustizie, le rapine, le oppressioni; vedono, che le troppe ingiustizie di giorno in giorno impoveriscono le famiglie; ma tuttavia nessuno le toglie; perché da quelle enormi ingiustizie essi ne vanno traendo i mezzi per mantenere l'enorme numero dei loro privilegi.
E vedono benissimo, che la giustizia si tradisce o si vende; che gli onori più importanti cadono sempre ai peggiori; e queste cose tutte, ancorché ben le vedano, non le ammendano mai.
E perché non le ammendano? Perché, se essi fossero giusti, incorrotti, ed onesti, verrebbe tolto a loro il primo iniquo mezzo di colorare le loro vendette private nel nome della giustizia.
Se ne deduce da ciò, che se alcuna idea di vera giustizia si venisse a introdurre nel popolo, la prima giustizia si farebbe di loro.
Quindi sia il governo che il suo oppositore, al solo nome di vera giustizia, tremano; ogni vero lume di sana ragione gli accresce il sospetto; ogni verità luminosa li adira; li spaventano i buoni; e non si credono mai al sicuro, se essi non affidano ogni più importante carica a gente come loro; cioè venduta e ciecamente pensante al loro modo: il che comporta, una gente più ingiusta e quindi più crudele, e mille volte più opprimente di loro stessi.
Qualcuno mi potrebbe domandare : Ma potrebbe mai esistere un politico il quale ami gli uomini, aborrisca il vizio, e non lasci trionfare né rimuneri altro, che la sola virtù".
Io rispondo : potrò credere che un tale uomo possa esistere, quando avrò visto un solo esempio. Il politico buono non trema dal principio, perché la coscienza non lo rimorde di nessuna usata violenza.
Ma anche supponendo che all’inizio egli sia un buon uomo di governo, perché sin dal suo principio trovandosi in mano un potere che egli conosce vizioso, illegittimo, e dannosissimo, non solamente non se ne spoglia, ma non intende, almeno di spogliarne coloro che verranno dopo lui. Scrivendo e promuovendo leggi a vantaggio dei molti e dei virtuosi.
Nelle buone democrazie si viene a temere le leggi, senza odiarle, perché non sono persona; si viene a rispettarne semplicemente gli esecutori, senza odiarli, e si arriva finalmente a non odiare né temere nessun individuo.
Non è dunque la legge giusta che il politico scrive, ma legge che crea PAURA. Questa è la molla che questa tirannide mantiene.



La tirannide ha sempre un interesse per lo più direttamente opposto a quello di tutti: essa deve dunque rimunerare chi è utile; e quindi, perseguitare e punire chiunque veramente tentasse di farsi utile a tutti.
Ma, se il caso pure volesse che il bene di uno fosse in qualche parte il bene di tutti, la tirannide nel premiare l'autore ricompenserebbe il servizio prestato al suo privato interesse definendolo un servizio reso allo stato.
I luoghi politici, siano essi Parlamento o Senato, tutti sono pieni di pessima gente; e, se pure il caso vi ha introdotto un giusto, e che tale egli voglia restare, e senza paura mostrarsi, dovrà prima o poi cadere vittima dei tanti altri ingiusti che lo insidiano, lo temono, e lo aborriscono, perché sono vivamente offesi dalle sue insopportabili virtù.
Quindi è, che dove vi sia iniquità non può esserci altra compagnia, se non scellerata.

mercoledì 26 gennaio 2011

Alla Libertà


Liberamente tratto da “Della Tirannide” di Vittorio Alfieri 1777.

Reinterpretato da Dj Muretto.
Leggendo “Della Tirannide”, nel quale mi sono imbattuto per caso nel mio peregrinare nel mondo virtuale, ho trovato il modo per dare “forma” ai miei pensieri, ho adeguato alcune frasi ai tempi attuali, altre sono state copiate senza apportare nessuna modifica e altre ancora sono il frutto dell’entusiasmo che ho provato leggendolo.
Pace.
La fiamma della LIBERTA’ ancora arde nei cuori e in maniera pura è ancora pensata da chi ad essa si rivolge nella speranza di vederla finalmente reale.

Ci sono persone che la usano come vessillo nei loro slogan, nelle loro sigle e spesso sono proprio questi i suoi principali vessatori e nemici.
Quindi è normale che la Libertà, ancor’oggi disdegni di volgere a Noi il suo benevolo sguardo.
Io che della Libertà mi diletto a scrivere, cercherò di spiegare con semplicità, precisione e chiarezza quale sia la mia idea di libertà, di democrazia, di giusta politica e di corretto vivere.





IL TIRANNO.
TIRANNO, era il nome con cui i Greci chiamavano coloro che noi appelliamo re. E quanti, o per forza, o per frode, o per volontà del popolo, ottenevano le redini assolute del governo.
Divenne con l’andar del tempo, esecrabile definire un uomo TIRANNO.
Quindi ai tempi nostri, quei politici stessi che la tirannide esercitano, gravemente si offendono di essere nominati tiranni.
Questa confusione dei nomi e delle idee, ha posto una tale differenza tra noi e gli antichi, e tanta è la cecità del moderno ignorantissimo volgo, che con tanta facilità si lascia ingannare dai semplici nomi, che sotto altro titolo egli si va godendo i tiranni, e compiange gli antichi popoli che dovettero sopportare tiranni non dissimili dai moderni politici.

LA TIRANNIDE.
Si deve indistintamente definire tirannide ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o cattivo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a fare ciò, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

DEMOCRAZIA.
E’ il dolce nome che l’ ignoranza, l'adulazione, e il timore, davano e danno a questi governi. A dimostrarne l’ insussistenza, credo che basti la semplice interpretazione del nome.
Democrazia vuol dire, demos (popolo) cràtos (potere) significa quindi : potere del popolo. Non è essa l’autorità di un solo uomo o di un gruppo di persone, ma l’autorità che il popolo ha e delega ai suoi rappresentanti in rispetto delle leggi atte a vigilarne l’operato.
Ogni legge deve sempre rivolgersi al bene dei più e non deve mai essere ad uso di una persona o di un solo gruppo privilegiato.
In questi anni democrazia è sinonimo di tirannide.
Ora, io domando in qual cosa differisca il governo e l’autorità di uno solo nella tirannide, dal governo e autorità d'un solo gruppo nella democrazia.
Mi si risponde: "Nell'abuso".
Io replico: "E chi vi può impedire quest'abuso?"
Mi si soggiunge: "Le leggi".
Ripiglio: "Queste leggi hanno forza ed autorità per se stesse, per poter condannare chi commette questo abuso?”
Nessuno più a questa obiezione mi replica.
Dunque, all'autorità d'un solo governo, potente ed armato, ogniqualvolta esso non rispetti le leggi, che faranno le misere genti, per se stesse impotenti, contro il comando assoluto e la forza?
Di quanto asserisco, se ne osservi continuamente la prova nell’ opinione stessa dei moderni politici. Si gloriano costoro del nome di democratici, e mostrano di aborrire quello di tiranni; ma nel tempo stesso reputano assai minori di loro quegli altri pochi , che obbedienti alle leggi li chiamano tiranni.
Questi “democratici” sanno dunque benissimo, che fra democrazia e tirannide non vi è nessuna differenza. I politici italiani, di tiranni tengono caro il potere, e di democratici soltanto il nome.
Il popolo spogliato, avvilito, ed oppresso dalla democrazia, la sola tirannide stupidamente aborrisce.
Io non mi stancherò mai di ripetere che Democrazia è una parola il cui senso reale è ancora dormiente, non è ancora stato risvegliato, nonostante in suo nome si siano combattute, e tutt’ora si combattano, guerre. Democrazia è una grande parola la cui storia non è ancora stata scritta perché quella storia deve ancora essere messa in atto.



lunedì 24 gennaio 2011

Il futuro dovrà avere "ragione"

    Per me la vita si può manifestare egregiamente nel coraggio di svelare ai propri figli ciò che noi veramente sentiamo verso di loro. La vita consiste prima di tutto nell'imperterrito esercizio della ragione: non certo nei partiti presi, e tanto meno nel partito preso della vita, che è puro qualunquismo. Meglio essere nemici della massa che nemici della realtà. 
    Il sonno della ragione genera mostri.
    Due esempi : 
    1) Ad oggi non ci siamo resi conto di quanto possa essere repellente un piccolo-borghese.
    2) I meschini d'animo. I meschini sono gli uomini peggiori. Vendicativi e crudeli, esercitano il dominio con cinismo e provano gusto ad umiliare.

Romanzi Criminali

Di Alessandra Daniele.



Gli scrittori firmatari dell'appello per Cesare Battisti hanno sbagliato.
Hanno sbagliato a fare gli scrittori. Avrebbero dovuto intraprendere un'attività utile al paese, con autentiche possibilità di carriera, che potesse portarli ai vertici dello Stato. Avrebbero dovuto fare i papponi. Gli spacciatori, gli speculatori, gli estorsori, i camorristi. Darsi al crimine organizzato.
Il Noir non va scritto. Va vissuto.
Valerio Evangelisti dovrebbe incendiare i negozi di chi non paga il pizzo. Massimo Carlotto dovrebbe sversare rifiuti tossici nel Po. Lello Voce dovrebbe importare mitra dai Balcani. Girolamo De Michele dovrebbe cucinare metanfetamine, e spacciarle ai suoi studenti. Gianni Biondillo dovrebbe costruire palazzine abusive con la sabbia al posto del cemento. Tiziano Scarpa dovrebbe buttare dalle impalcature gli immigrati che chiedono i contributi, e Giuseppe Genna dovrebbe scioglierli nell'acido. I Wu Ming dovrebbero formare una Triade cinese e trafficare eroina. Loredana Lipperini dovrebbe caricare le bambine sui container, e scaricarle nei bordelli di Arcore.
Dovrebbero smetterla di scrivere stronzate, e unirsi alla parte produttiva del paese. I libri non servono a un cazzo, bisogna bandirli tutti, da ogni luogo, a cominciare dalle scuole. L'iniziativa veneta deve diventare nazionale, il governo di Roma deve attivarsi facendo seguire al Bando del Brenta un Bando della Magliana. La scuola e l'università hanno il dovere di insegnare ai giovani ciò che davvero gli servirà per inserirsi nel mondo del lavoro.
Devono insegnargli a prenderlo in culo.
Quello che ha sbagliato di più però è Cesare Battisti. Avrebbe dovuto restare in galera. Poi pentirsi, dissociarsi, scusarsi, riciclarsi. Uscire, e rimettersi a delinquere, però stavolta dalla parte giusta. Così adesso non sarebbe in una galera brasiliana, ma in una giunta comunale romana. Maledetto fallito, bisogna rinchiuderlo per sempre, murarlo sotto una colata di cemento come il nucleo di Chernobyl. Ci rovina la reputazione all'estero.


venerdì 21 gennaio 2011

Visioni per il fine settimana

Venerdì : consigli per il fine settimana.
Cinema, film, musica.

Cinema : 
TITOLO   : KILL ME PLEASE
GENERE : Commedia Noir

                                               




Visioni domestiche :
TITOLO    : GANGSTER N. 1
GENERE  : Pulp Inglese

                                 




Musica 
TITOLO   : URA FEVER
ARTISTA : The Kills

                               
                          


Buon Fine Settimana.
PACE.
Dj Muretto

giovedì 20 gennaio 2011

Profezie Post Coitum

Mentre ancora è in corso il “puttanaio” generosamente offertoci dal re di tutti i bagaglini, da mesi i più accorti si interrogano su quel che verrà dopo. Non serve essere politologi per divinare il mondo che verrà: quel mondo è già qui e lavora di brutto, lieto che i media puntino i fari altrove. Chi aveva pensato che l’idea di epurare certi libri e certi autori dalle biblioteche pubbliche venuta all’assessore provinciale di Venezia Speranzon fosse la solita sparata pidiellina della domenica si deve ricredere: non solo è tutto vero, ma è molto peggio di come sembra.
L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, non solo si dice d’accordo, ma rincara la dose: «Nei prossimi giorni invierò a tutti gli istituti superiori del Veneto una lettera in cui esorterò insegnanti e bibliotecari a non diffondere tra i ragazzi i libri di questi autori. Sono diseducativi ». Alla signora Donazzan non importa nulla delle accuse di censura: «La chiamassero come vogliono. Di sicuro è una censura morale. Nessun obbligo, beninteso, ma un indirizzo politico: voglio evitare che i ragazzi vengano a contatto con le idee di chi difende a spada tratta un furfante, un delinquente, un assassino conclamato». Quello che sta avvenendo dà ragione alla riflessione di Massimo Carlotto su Carmilla, che consiglio caldamente di leggere.
Non inganni la favola politichese della questione dell’appello a Battisti: tra gli autori – come documenta bene qui Loredana Lipperini – ci sono anche Roberto Saviano e Marco Paolini, che con quell’appello non c’entrano proprio nulla. In queste ore si susseguono le segnalazioni dei bibliotecari che hanno ricevuto più o meno formalmente l’invito a togliere determinati autori dagli scaffali.
Non sono casi isolati. Forse qualcuno ricorderà le biblioteche di San Donà di Piave e di Sassuolo costrette dalle rispettive amministrazioni leghiste a cancellare gli abbonamenti ai giornali di posizione politica diversa. Era solo un anno e mezzo fa. Magari nemmeno avrete saputo della denuncia in cui è incorsa la biblioteca di Genova per aver organizzato un laboratorio di scrittura adulti/bambini intitolato“Due regine, due re”. C'è un potere che ha deciso che le attività sgradite, i quotidiani sgraditi, ora i libri e persino le persone sgradite a chi comanda devono scomparire dai luoghi pubblici di cultura e formazione. Quello che si sta cercando di fare è censurare le voci critiche, con qualunque motivazione si presti a giustificarlo.
Cosa dobbiamo aspettare ancora per cominciare a staccare più gente possibile dalla lettura dei verbali delle prostitute e dei cortigiani di Berlusconi, e dirgli che sta succedendo questo? Il coitum sembrerà pure molto interessante, ma il post coitum non ha l’aria di una sigaretta fumata in relax. I media italiani aspetteranno come al solito che lo scandalo arrivi ai giornali internazionali, prima di fargli eco a rimorchio in patria? A parte Repubblica e l'Unità che se ne sono occupati e hanno dato spazio alle proteste, nessun altro ha ritenuto di spostare l'attenzione della cronaca dalle vicende del satiro di Arcore.
Tutte le iniziative, le testimonianze e i contributi sulla questione della censura in atto saranno graditissimi.
Non finisce qui.
Di Michela Murgia

mercoledì 19 gennaio 2011

Morti Viventi o Vivi Morenti

Quando ti svegli nella tua “bara”, provi una strana stanchezza. La tua mente è vuota; il tuo corpo non fa nulla. Poi ti vengono dei pensieri, cose che vorresti dire, che vorresti fare. Vorresti urlare e divincolarti per uscire. Ma il corpo non risponde; non riesci a parlare e a muoverti. Quando si giace nella "bara", il fatto che rende la cosa tanto brutta è che la tua mente è viva, ma il tuo corpo no, e tu percepisci questo dualismo.

Quando ti svegli nel tuo letto provi una strana stanchezza. La tua mente è vuota; il tuo corpo inizia a muoversi. Poi le azioni si susseguono automaticamente, non hai voglia di parlare e nemmeno di fare. Vorresti nel silenzio tornare nel letto. La tua mente non risponde, riesci a parlare dicendo cose ovvie e scontate. Quando giaci nel tuo letto,  il fatto che rende la cosa tanto brutta è che il tuo corpo è vivo ma la tua mente no, e tu non percepisci questo dualismo. 

martedì 18 gennaio 2011

Macchina del tempo data impostata : 30 Maggio 1975


“Buongiorno Maestro, posso chiamarla così?”


“Mi chiami pure Paolo”


“Io arrivo dal 2011, sto cercando risposte”


“Deve prima fare una domanda”


“Allora, in questo momento nel mio paese c’è molta confusione sia politica che sociale. Nel mio tempo non riesco a trovare risposte, quindi vorrei chiederLe : come si è arrivati a questo punto? Perché il potere mi sembra immune alla giustizia?”


“Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole e ciò che il potere vuole è completamente arbitrario, o dettatogli da sue necessità di carattere economico che sfuggono alla logica comune. Il sesso è la metafora di ciò che
 oggi il potere fa dei corpi, è la mercificazione dei corpi da parte del potere. È l'essenza più intima del potere che per me  è fatta di brutalità, violenza, sopraffazione, viltà e totale certezza dell'impunità. C'è un passaggio fondamentale nel film, Curval afferma : 
"...  non siamo forse la dimostrazione vivente di ciò che è realmente il Potere? L'unica vera, grande, assoluta Anarchia, è quella del potere. Infatti noi, qualsiasi cosa ci venga in mente, la più folle ed inaudita, la più priva di senso, possiamo scriverla in questo quadernetto, ed essa diviene immediatamente legale; se poi saltasse in mente di cancellarla, essa diverrebbe immediatamente illegale. Le leggi del Potere, non fanno altro che sancire questo potere anarchico,... e ciò vale per qualsiasi potere. Quanto poi alle altre forme di potere, quelle così dette democratiche o tolleranti, non esiterei a rincarare la dose: infatti là dove tutto è proibito, in realtà si può fare tutto, mentre là dove si può fare qualche cosa, si può fare solo quel qualcosa".  




“Nel suo ultimo film, c’è un legame tra potere e controllo del sesso. Non è questa una metafora fra la dominazione di una classe su un’altra?”

“Facendo convergere l'intuizione di Sade sull'attuazione del potere attraverso il controllo del sesso, e l'analisi marxista, io svelo la correlazione fra la dominazione di classe e la sopraffazione sessuale. Constatando ferocemente e lucidamente la
malafede di qualsiasi interpretazione tranquillizzante dello specifico caso italiano e della violenza massificante. E’ in corso un cambiamento epocale. Il sesso fino ad oggi è  risorsa giocosa e liberatrice delle classi subalterne, il potere ne sta stravolgendo il significato facendolo diventare un orribile obbligo di massa, imposto da una forza invisibile, a cui tutti si adeguano". 

“Nel suo film mi pare di scorgere un’allusione all’Inferno dantesco, è così?”

“L'altra metafora oscena del film è quella scatologica: direttamente ripresa da Dante, è un'allegoria dell'ansia di uguaglianza nella degradazione consumistica, e simbolo della perversione capitalistica. La rigorosa collocazione registica dei personaggi nell'inquadratura e la perfezione formale della fotografia negli interni e nei costumi, contrasta, volutamente e in modo netto, con il tema trattato. Nel mio film ho voluto denunciare lo sfacelo culturale e antropologico dell'Italia e delle classi popolari italiane ad opera della spietatezza livellatrice delle classi dominanti. E’probabile che questa mia denuncia possa infastidire i personaggi e le istituzioni denunciate nel film, ma io sono convinto che il dovere di un intellettuale sia quello di gettarsi contro l'indifferenza degli italiani e l'assuefazione inculcata dal potere.”

“La ringrazio, adesso devo proprio tornare nel mio tempo. Addio e Grazie”

“Buona Fortuna”.

lunedì 17 gennaio 2011

Spiegazione del risultato del voto in FIAT

Se A sfrutta B, un'eguale libertà per A e B significa che A continuerà a sfruttare B.


C'è un gioco nuovo
A cui ci piace giocare, vedi
Un gioco con aggiunta la realtà
Tu mi tratti come un cane
Mi fai cadere giù in ginocchio

Lo chiamiamo "Servo e padrone"
Lo chiamiamo "Servo e padrone"

È molto simile alla vita
Questo gioco in mezzo alle lenzuola
Con te sopra e me sotto
Dimentica tutto a proposito dell'uguaglianza

Giochiamo a "Servo e padrone"
Giochiamo a "Servo e padrone"

È molto simile alla vita
Ed è questo quello che lo rende attraente
Se disprezzi quel sentimento usa-e-getta
Del divertimento da buttar via
Allora questo è quel che fa per te

"Dominazione" è il nome del gioco
Nel letto o nella vita
Sono entrambi quasi la stessa cosa
Eccetto che in uno sei soddisfatto
Alla fine della giornata

Giochiamo a "Servo e padrone"
Giochiamo a "Servo e padrone"

Giochiamo a "Servo e padrone"
Dai, "Servo e padrone"

venerdì 14 gennaio 2011

Visioni per il fine settimana

Il venerdì sarà dedicato ai consigli per il fine settimana.
Cinema, film, musica.

Cinema : 
TITOLO   : TAMARA DREWE TRADIMENTI ALL'INGLESE
GENERE : Commedia Inglese






Visioni domestiche :
TITOLO    : THE PUSHER 
GENERE  : Pulp Inglese





Musica 
TITOLO   : BACK TO BLACK
ARTISTA : Amy Winehouse




Buon Fine Settimana.
PACE.
Dj Muretto



giovedì 13 gennaio 2011

Il Dottor B e i Fantastici Quattro.

“Dovete aiutarmi!!”. Gridò nel videotelefono mentre con il pennarello si stava colorando i capelli. “E’ in atto un tentativo di eversione!!”
Dalla foga con la quale gesticolava non si accorse che aveva disegnato la linea dei capelli troppo bassa, rendendosi simile ad un Frankestein Tricologico.
“I giudici, le mie escort, i miei maggiordomi, la regina di Saba, le legioni di Nabuccodonosor stanno cercando di uccidermi, dovete intervenire”
Dall’altra parte del videotelefono La Cosa continuava a guardare e non capire. Questa non era certo una novità visto che durante la trasformazione pure il suo cervello era diventato di pietra. Lui era La Cosa non aveva bisogno di capire, nella sua vita aveva sempre obbedito seguendo le mode del momento.
“Chiama Mr. Fantastic, gatto di marmo”
“Uh”
"Che succede?" disse Mr. Fantastic accorrendo al videotelefono. Egli era il capo indiscusso, ammanicato con tutti i gli anziani del consiglio, con il partito dei liturgici, dotato di poteri straordinari poteva allungarsi a suo piacimento, leccando culi da destra a sinistra rimanendo sempre al Centro. La sua principale occupazione era proteggere la Famiglia o come veniva chiamata dai suoi sottoposti nell’isola Famigghia.
“E’ in atto un’ invasione, voi 4 dovete intervenire subito!!!!!”
“Calma Dottor B. L’uomo invisibile non riusciamo a trovarlo. I nostri rilevatori dicono che è in Campania a falsificare le schede elettorali per le primarie, vuole assolutamente sconfiggere l’uomo con la zeppola, l’ultimo contatto che abbiamo avuto con lui è stato 2 ore fa, ci ha chiamato dal suo yacht invisibile al fisco”
“Radunatevi quanto prima, qui è pieno di froci con le zeppole che vogliono farmi il culo”
“Possiamo intervenire solamente io e La Cosa, anche Fiamma non si trova”
“Cribbio!!! Dove è finito Fiamma?” Esclamò, il terribile Dottor B, sempre più preoccupato.
“Eccomi!!!” Fiamma apparve all’improvviso dalla cucina. “Stavo dando fuoco ad alcune fascine con dell’olio di ricino. Che volete da me?”.
Dei quattro Fiamma era il più affascinante, vestiva spesso di nero sotto l’impeccabile completo da super eroe. Era stato il prediletto dal Dottor B. Insieme avevano trascorso giorni, mesi, anni : erano inseparabili; una volta molto tempo addietro provarono a fondersi ma il suo corpo ebbe un rigetto.
Questo non fu sufficiente per non far desiderare a Fiamma di trasformarsi, era stanco di combattere con il Dottor B, le armate degli ominidi verdi e i legaioli  del nord-est. Troppo rozzi, ignoranti e brutti. Lui voleva essere un super-eroe.
“Cosa succede?” Chiese l’uomo invisibile comparendo alle spalle del Dottor B.
“Ma che fai dall’altra parte del videotelefono?” chiese stupito Mr. Fantastic.
Anche La Cosa, per la sorpresa, riuscì quasi a pronunciare una frase di senso compiuto.
“Visit auar cauntri, biutiful lendscape, uonderful paesaggis, sitis”
“Ma che sta dicendo quell’imbecille?” chiese il Dottor B.
“Lasci perdere Eccellenza. E’ un residuo di memoria precedente alla trasformazione” intervenne subito l’Uomo Invisibile.”Ci sono io con Lei non ha nulla da temere, posi il pennarello, il videotelefono e si lasci accarezzare dalla mia mano invisibile, si rilassi andrà tutto bene”.
Cullato dalle dolci parole e dalle docili carezze, il Dottor B si calmò e si addormentò sognando di  paradisi fiscali e assoluzioni in cielo per mano di suo padre.
Anche questa volta con il loro intervento i Fantastici Quattro avevano salvato la  "sinistra", il "centrosinistra", la "sinistra radicale", la "sinistra moderata", la "sinistra riformista", la "sinistra massimalista", specificatamente avevano salvato l’altra destra o come piace a tutti la “democrazia”.

mercoledì 12 gennaio 2011

Un film in poche righe

Quanto conta la memoria nella vendetta?
Come può un essere umano vendicarsi se non ha memoria?
Che significato ha la vendetta, quando hai dimenticato tutto?
Se un uomo potesse scegliere, sceglierebbe di dimenticare o sceglierebbe la vendetta?
Cosa può far dimenticare tutto ad un uomo? Un dolore immenso che grida vendetta?
Come può, un uomo, cercare vendetta se il dolore che ha provato gli ha fatto dimenticare chi l’ha ferito.
La risposta è semplice : deve contare i fori delle pallottole sul cappotto del suo nemico.

Il titolo del film è Vendicami.
A voi scegliere da che parte stare.


Dj "Vendicati e dimentica" Muretto

martedì 11 gennaio 2011

Al Centro Di Alessandra Daniele

Il faccia a faccia a faccia in diretta televisiva tra il premier del governo uscente, il leader dell'opposizione di centrodestra, e il leader dell'opposizione di centrosinistra, volgeva al termine. Gli oppositori avevano accolto l'appello alla moderazione del moderato presidente della Repubblica, mentre il premier s'era esibito nel suo consueto repertorio di invettive e sproloqui. I sondaggi in tempo reale lo davano vincente, ma di stretto margine.
Durante l'ultimo segmento della trasmissione, il premier prese particolarmente di punta il leader dell'opposizione di centrosinistra, il quale, all'ennesimo insulto personale ricevuto, si alzò, si tolse il microfono, e si voltò per andarsene, brontolando qualcosa sottovoce.
Il premier estrasse una pistola, e gli sparò alla nuca.
Il leader dell'opposizione di centrosinistra crollò in avanti col cranio sfondato.
La trasmissione fu bruscamente interrotta.


Poco dopo, sulle principali reti nazionali, sia quelle di Stato che le private appartenenti al premier, partirono le edizioni straordinarie dei telegiornali. Tutte ritrasmettevano di continuo le immagini dell'omicidio, fermandosi però un attimo prima dell'impatto della pallottola, per ''rispetto'' - precisavano gli anchormen - della vittima, e del pubblico. Sia in collegamento che in studio erano presenti vari commentatori fra politici e intellettuali, ripartiti in due fazioni rigorosamente bilanciate. Gli oppositori cercavano di dichiararsi sgomenti per l'accaduto, i governativi li zittivano assordandoli con una canea di invettive e sproloqui. Senza però essere capaci di fornire una valida giustificazione per il premier, che comunque l'immunità parlamentare proteggeva dall'arresto.
Intanto sul web, dove le immagini erano disponibli senza tagli, si svolgeva un dibattito più articolato e dai toni più estremi in entrambe le direzioni. Per ogni post o commento che accusava il premier di essere ''un boia nazista'', ce n'era almeno un altro che lo esaltava per aver ''ammazzato quel comunista di merda''. Il gruppo Facebook ''Uno di meno'' raccolse in poche ore decine di migliaia di iscritti, quello ''Resistenza 2.0'' ne ottenne quasi altrettanti.
Nonostante l'ora tarda, molti giornali fecero in tempo a rifare la prima pagina. I titoli esclamativi e le foto pixelate si susseguivano nelle rassegne stampa che intervallavano i dibattiti sui vari canali. I principali quotidiani avevano improvvisato anche qualche editoriale cupo e dai toni drammatici, ma quasi sempre concluso da un'esortazione a mantenere la calma, evitando il rischio di guerra civile. Facevano eccezione un paio di fogli propagandistici appartenenti al premier, che invece esibivano caricature del leader dell'opposizione assassinato, con un bersaglio disegnato sulla testa, contornato di invettive, sproloqui, e giochi di parole fra il suo nome e la parola ''bersaglio''.
In alcune piazze del paese si cominciarono a coagulare manifestazioni spontanee.
Dopo un'intera nottata di dirette Tv, verso le otto del mattino il telegiornale della prima rete statale annunciò di avere uno scoop clamoroso, in grado di fare luce sui veri moventi dell'accaduto.
Al termine di uno stacco pubblicitario - definito''tassativo'' dall'anchorman - il Tg rimandò in onda le immagini dell'omicidio. Stavolta però il volume del video s'impennava poco prima dello sparo: il brontolio indistinto del leader dell'opposizione che si girava per uscire era così diventato una frase chiara e distinta:
«Ho inghiottito una bomba atomica miniaturizzata. Adesso l'attivo. Allah akbar!»
Alla fine del video, il direttore del Tg comparve in studio, col cranio calvo lucido per l'agitazione.
«Il premier ci ha salvato da un'apocalisse nucleare! - annunciò - Ha salvato la capitale, ma anche l'intero pianeta. E' infatti certo che l'Iran, ovvio mandante dell'atroce attentato, cercasse di trascinare il mondo in una guerra totale, colpendo il cuore della cristianità, e della civiltà occidentale.»
Gli ospiti in studio, già sfiniti dalla maratona notturna, rimasero attoniti come in un fermo immagine.
Dopo alcuni lunghissimi secondi, un rappresentante dell'opposizione chiese se durante l'autopsia l'ordigno fosse stato ritrovato e disinnescato. Il direttore del Tg annuì energicamente, mentre sul maxischermo alle sue spalle comparivano nuove immagini: una mano guantata di latex medico reggeva fra il pollice e l'indice una piccola capsula di metallo insanguinata. «Il detonatore era a vibrazioni sonore specifiche - disse il direttore - Al kamikaze sarebbe bastato ruttare. Sparandogli alla testa il premier glielo ha provvidenzialmente impedito.»
Entro mezzogiorno questa era diventata la versione ufficiale. Anche la parte maggioritaria dell'opposizione di centrosinistra l'aveva abbracciata totalmente, sconfessando il suo stesso leader appena ucciso, e chiedendo l'inasprimento delle leggi speciali antiterrorismo. La parte minoritaria era oggetto di rastrellamenti e arresti preventivi secondo le leggi speciali antiterrorismo.
Le manifestazioni spontanee erano state stroncate sul nascere a manganellate.
Sul web, molti che avevano esaminato il video dell'omicidio protestavano, sostenendo che non ci fosse in realtà alcun modo di rendere intellegibile il confuso brontolio della vittima, e che quindi la frase sulla bomba dovesse essere un falso. Venivano però perlopiù bollati come nerd complottisti.
La sera stessa, il premier concesse una breve conferenza stampa. Tra applausi, sorrisi, e scariche di flashes, l'inviata d' un piccolo quotidiano locale gli chiese perplessa: «ma come ha fatto a sentire quella frase che nessun altro...»
Il premier estrasse la pistola, e le sparò alla testa.
Poi allargò le braccia a calmare il coro di urla.
«I terroristi ci hanno riprovato - disse, stentoreo - ma finché ci sarò qui io, potrete stare tranquilli - sorrise - e io, lo sapete, sono immortale.»
La piccola folla scoppiò in un applauso entusiastico.

Fonte : www.carmillaonline.com 

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