martedì 8 febbraio 2011

Primo Ministro e Forze dell'Ordine


Per meglio comprendere perché la tirannide sia esecrabile, colpevole e condannabile è il caso ora di parlare del massimo rappresentante della nostra politica, sia esso attuale o passato : il primo ministro.
Una classe politica incapace non può certamente avere un primo ministro illuminato e capace; anzi egli supera di gran lunga tutti gli altri politici nella capacità e nella necessità di fare male.
Questo primo ministro, conscio del fatto di essere la massima espressione dell’inettitudine della politica e del governo castiga, perseguita, opprime, ed annichilisce chiunque l’abbia offeso e chiunque non abbia la fortuna di andargli a genio.
Quando la sua funzione, o sarebbe meglio dire la sua finzione, viene smascherata ecco che il potere necessita di un altro primo ministro, non certo migliore del precedente, ma che possa essere funzionale alle cose necessarie all’attualità dei tempi.
Ecco allora che il precedente ministro viene deriso e cacciato come incapace, senza ovviamente chiedergli conto delle ricchezze accumulate e degli errori commessi, sostituendolo con un nuovo primo ministro che per impressionare favorevolmente il popolo votante, volendo dimostrarsi migliore, innova e sovverte ogni cosa stabilita dall'altro, ed in tutto cerca di mostrarsi  dissimile. Eppure costui vuole, e deve volere, come il predecessore, arricchirsi, e mantenersi in carica, e vendicarsi, e ingannare, ed opprimere, ed atterrire. Ogni mutazione dunque nella tirannide, che è manifesta solo nel cambio del ministro, altro non è che come il mutare fasciatura ad una immensa piaga insanabile, che ne rinnova il fetore e gli spasimi.
La società moderna non comporta che agli ex-ministri venga tolta la vita, ma neppure le ricchezze nonostante esse siano frutto dell’iniquità e delle rapine, anzi alcuni ex-ministri o ex-presidenti hanno la sfacciataggine di arrogarsi del nome di filosofi. Nessuno però al loro cospetto ha il coraggio di ridergli in faccia, dicendogli chiaramente cosa sia un filosofo.
Il primo ministro attuale, precedente o futuro non è, ne potrai mai essere, un uomo buono ed onesto perché il concetto sul quale si basa la moderna democrazia non antepone il bene di tutti al bene di uno solo e non pone la verità su ogni cosa. Questa mia affermazione è facilmente dimostrabile osservando i comportamenti dei ministri. Innanzitutto nessun ministro vuol perdere la carica; che nessuna carica è più invidiata della sua; che nessun uomo ha più nemici di lui; che le accuse che gli sono rivolte sono sempre frutto di qualche maligno o di menzogna.
In questo quadro politico cresce l’abuso del potere politico, che ogni cosa vuol controllare e di ogni cittadino essere padrone.
E come può la tirannide tenere le redini del potere? Con le forze dell’ordine.
In Italia il popolo si offre spontaneamente, senza remore di perdere, o quanto meno di vedere diminuita, la sua libertà. Le forze dell’ordine, ovvero tutto quello che esercita il controllo dei cittadini in nome dello stato, sono il braccio armato, la base sulla quale si fonda la tirannide, perché il nemico è ovunque, dentro e fuori i confini e in nome della difesa della libertà vengono istituite continuamente nuove forze di controllo. La verità è che la tirannide sa di essere odiata ed è altrettanto conscia di avere nemici. Le moderne forze dell’ordine annullano l’apparenza stessa del vivere civile; il controllo esercitato disincanta il cittadino a fare cose politicamente virtuose, giuste ed alte.
Da questa infame moltitudine di controllori, vili nell’obbedire, insolenti e feroci nell’eseguire, sempre più violenti verso il popolo inerte, che dell’abuso hanno fatto legge nasce uno stato dentro lo stato che ha opinioni ed interessi diversi e del tutto contrari a quelli del bene pubblico e aggiunge iniquità al vivere sociale.
Nelle giuste democrazie dissentire fa parte del vivere comune e se il dissenso viene ad essere usato in maniera giusta ne accresce la libertà del popolo.
Accade, invece che ogni diversità nelle nostre democrazie accresce la pubblica infelicità e aumenta la pubblica servitù. Il debole perde diritti e il forte diviene ogni giorno più superbo.
Si fanno così strada nella vita sociale i prepotenti, che sono solitamente la più vile feccia della feccia del popolo, persone che non hanno vergogna alcuna a disprezzare, insultare ed opprimere i loro simili. Essi pur essendo una minoranza riescono con la loro violenza ad intimidire chiunque osi rivolgere loro una critica.
Maggiore è la violenza della politica e del governo maggiore sarà la violenza che verrà utilizzata dalle forze dell’ordine, certe di restare impunite anche davanti ad un processo pubblico.
Il paradosso è che il popolo stesso stipendia i suoi carnefici.
La tirannide, a questo punto padrona, ha effettivamente persuaso il cittadino che le forze dell’ordine siano onorevoli e giuste, create per difenderlo dal male che lo circonda sia esso reale o, il più delle volte, immaginario.
Ma una sola domanda basterebbe a distruggere questa menzogna :  “Può essere considerato onorevole esercitare con forza illimitata e ingiusta la volontà del governo e non del popolo? Ha senso sfregiare i cittadini in nome della sua libertà e della sua sicurezza privandoli della possibilità di manifestare e di dissentire delle decisioni prese in suo nome?”
La democrazia difesa con le armi in nome della sicurezza non può definirsi tale, ma è solamente il più infame e vile mezzo per detenere il potere.
A questo punto si può concordare sulla somiglianza tra le antiche tirannidi e le moderne democrazie che hanno per base la paura e le forze dell’ordine come mezzo per instillarla.

Un altro vezzo che la democrazia per vanità si concede è quello di rendersi onore, non l’onore vero che ha per ragione d’essere la vera virtù esercitata e riconosciuta onorevole da tutti, ma la brama di falso onore ovvero quello che ha per ragione la brama di essere onorato dai più.
Il fatto stesso che nella nostra democrazia i politici vengano definiti onorevoli è una volgare illusione. In nome dell’onore, essi riescono pure a spingere il popolo in coraggiose e magnanime imprese, le quali sono solitamente fatte per il loro vantaggio e per il pubblico danno. Ma, se onore vuol dire : il giusto diritto di essere veramente onorato dai buoni ed onesti e se solamente la virtù può essere base a un tale diritto; come possono i politici definirsi onorevoli?
Questo onore è falso perché instillato con la paura, che non dimentichiamo è la base dei nostri governi, perché l’onore nella tirannide impone che mai si manchi di fedeltà al potere; la fedeltà deve essere liberamente giurata, non estorta dalla violenza, non mantenuta dal terrore, non illimitata, non cieca e soprattutto la fedeltà ha da essere reciproca.
Manifestamente dunque è falso quell'onore che comanda di serbare rispetto, ed amore, e fede a chi non serba, o può impunemente non serbare, alcuna di queste tre cose a nessuno. Da questo falso onore nasce poi la falsissima conseguenza, che si venga a credere legittima infrangibile e sacra quell'autorità, che l'onore stesso costringe a mantenere e difendere.
Il vero onore porta libertà, grandezza d’animo e il bene per i cittadini.
Il falso onore porta cupidigia, servitù e viltà d’animo.

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